Mudra

Mudra

sabato 17 gennaio 2015

Kundalini Chakra Dhyana

« A chi desidera praticare la meditazione viene spiegato che per prima cosa si deve fare silenzio dentro di sé. Dunque, si chiudono gli occhi per concentrarsi… Ma cosa accade spesso? Tutte le preoccupazioni, le inquietudini e le animosità risalgono immediatamente alla superficie e ben presto diventa impossibile anche solo rimanere immobili e mantenere la giusta postura. Quindi, chi inizia a praticare la meditazione deve sapere in anticipo che si tratta di un esercizio difficile che esige una grande disciplina. Infatti, il silenzio interiore che egli cerca di ottenere è il risultato di un accordo fra i tre piani: fisico, astrale e mentale; e tale accordo lo si può realizzare unicamente cominciando a disciplinare il proprio corpo fisico, il cuore e l’intelletto, al fine di introdurre in essi l’armonia.  Armonia… Impregnatevi di questa parola, poiché è la chiave che apre le porte della regione del silenzio: armonia nel piano fisico, armonia nel piano astrale (i sentimenti), armonia nel piano mentale (i pensieri) e armonia anche fra questi tre piani. Il silenzio che riuscirete allora a creare in voi sarà accompagnato da una sensazione di alleggerimento e di liberazione: un peso vi cadrà dalle spalle, alcuni ostacoli si dissolveranno, e la vostra anima, sfuggendo alla sua prigione, si dispiegherà liberamente nello spazio.»

Mikhael Omraam Aivanhov

Il sistema sottile umano è abbastanza intricato, costituito da migliaia di canali che trasportano l’energia attraverso tutto il corpo. Le concentrazioni di energia del sistema sottile sono chiamate chakra (“ruote” in sanscrito) o centri di energia.
L’intero sistema è governato da tre canali primari di energia e da sette chakra principali. Il nostro sistema sottile si attiva completamente solo con il risveglio della Kundalini che pulisce e riequilibra l’intero sistema e illumina le qualità pure del chakra in noi.

La Kundalini è rappresentata come una spirale, tra i centri rosso e giallo, allo stato potenziale. Essa giace allo stato dormiente in ogni essere umano finché non viene risvegliata. A questo punto, inizia il suo viaggio attraverso i centri di energia e passa attraverso l’osso della fontanella sulla sommità della testa. E’ interessante notare che fontanella significa “piccola fontana”, proprio come se descrivesse l’effetto a fontana della Kundalini. Quando ciò accade, la persona raggiunge lo stato di Realizzazione del Sè.

A tal proposito puo tornarci utile una pratica meditativa molto potente: Kundalini Chakra Dhyana. Il focus è sui 7 centri vitali, i chakra che si trovano allineati con la spina dorsale.



Ci sono 7 chakra principali nel nostro sistema sottile che sono responsabili del nostro benessere fisico, emozionale e spirituale. I loro nomi sono:
1. Mooladhara Chakra
2. 2. Swadisthan Chakra
3. 3. Nabhi Chakra
4. Anahat Chakra
5. Vishuddhi Chakra
6. Agnya Chakra
7. Sahasrara Chakra

Quando la Kundalini si risveglia, inizia a pulire e illuminare questi chakra.
Così le qualità di questi chakra iniziano a manifestarsi nella nostra vita quotidiana, rendendoci più equilibrati e integrati.

Kundalini Chakra Dhyana è una potente tecnica avanzata di meditazione praticata dai saggi indù da più di cinquemila anni. Questa pratica è essenzialmente concentrata sui sette “chakra”, o centri energetici posizionati lungo la colonna vertebrale. L'attivazione di questi “chakra” o centri di energia, apre le porte all'espansione della propria coscienza, verso stati superiori di divina esistenza.
Per un ottimo risultato in Chakra Dhyana:
Sedersi in una posizione comoda a gambe incrociate o distese, va bene anche in una sedia, mantenendo la colonna vertebrale diritta ma non rigida. Appoggiare le mani sulle cosce con i palmi rivolti verso l'alto.
Prendere le mudra per 1, 2, 3 chakra pollice+indice - 4, 5 metà pollice+indice - 6, 7 base pollice+indice.
Chiudete gli occhi e inalate profondamente ed esalate rilassatevi completamente. Aspettate che inizi il canto e quando ascolterete il nome dei chakra lo potrete visualizzare di fronte a voi, o concentrare l' attenzione direttamente nel punto del corpo in cui si trova, se lo desiderate potete memorizzare e cantare il suo nome altrimenti rimanete semplicemente focalizzati su quel chakra.
Tra un chakra e l’altro canteremo il “kundalini Arohanam”, visualizzate il chakra trasformarsi in un brillante fluido dorato che sale lungo la colonna vertebrale fino ad uscire come il getto di una fontana dal vostro capo.

3 Om...

1. Il Chakra Muladhara si trova a metà strada perineo, tra gli organi della procreazione ed escrezione.
La vibrazione sonora è "Lang”
Mudra pollice+indice

http://youtu.be/_gxin_DiNWA

KUNDALINI AROHANAM

2. Chakra Swadhistana si trova nella regione riproduttiva sotto l'ombelico alla base della spina dorsale. Visualizza il suo colore arancione. La vibrazione sonora è "Vang"

http://youtu.be/Ywhx5aBFccI

KUNDALINI AROHANAM

3. Il Chakra Manipura è situato nell'ombelico. Visualizza il suo colore giallo. la vibrazione sonora, "Rang"

http://youtu.be/Z0wT7ySAc6U

KUNDALINI AROHANAM

4. Il Chakra Anahata si trova nel centro del torace, o il cuore spirituale. Visualizza il suo colore verde. la vibrazione sonora, "Yang"

http://youtu.be/8GlYa7-jfR0

KUNDALINI AROHANAM
5. Chakra Vishuddhi si trova in gola all' altezza del pomo di Adamo o l'epiglottide. Visualizza il suo colore blu. la vibrazione sonora, "Hung"

http://youtu.be/OPvkRjUzrmE

KUNDALINI AROHANAM

6. Chakra Ajnya si trova tra le sopracciglia. Visualizzate il colore indaco la vibrazione sonora, "Aum"

  http://youtu.be/7RtcLpo6Eik

3 OM + KUNDALINI AROHANAM

7. Il Sahasrara chakra è situato in pieno centro, sulla sommità della testa.Visualizzate il colore viola, la vibrazione sonora, "Om Satyam Ogum"  

http://youtu.be/imImAh9Sitk

Ora ci possiamo mettere in Shavasana, quindi sdraiati con le braccia lungo il corpo e i palmi verso alto e sperimentare le nostre sensazioni, frutto del lavoro appena svolto.







venerdì 9 gennaio 2015

Gayatri: il mantra dei mantra



La Gayatri appare per la prima volta nei Rig Veda (iii/62/10):

Om Bhur Bhuva Svah
Tat Savitur Varenyam
Bhargo Devasya Dhimahi
Dhiyo Yo Nah Prachodayat

Il suo significato è il seguente:
"Meditiamo sulla Gloria della Luce che illumina i tre mondi: grossolano, sottile e causale. 
Io sono quella energia vivificante, l'Amore, l'illuminazione radiante e la Grazia Divina dell'Intelligenza Universale. 
Preghiamo affinché la Luce Divina illumini le nostre menti."

Non c'è niente di più sublime della Gayatri. È il mantra più famoso dei Veda, rivolto al divino donatore di vita come Dio supremo, simbolizzato in Savitr, il Sole.
È recitata ogni giorno al sorgere e al tramontare del sole, in India nel momento del bagno rituale nel Gange.

La Gayatri è un simbolo completo della luce. È la luce stessa quando la recitazione è una vera preghiera, un'assimilazione e un'identità azione con ciò che si prega. Ogni verso sottolinea l'aspetto della luce: lo splendore glorioso dell'Ultimo, la sua radiosità interna, cioè la luce creata; la luce che crea, la luminosità comunicativa del Sole in reato, Savitr, lo splendore del Dio vivente che illumina ogni cosa; e, infine, l'incidenza della luce divina sui nostri esseri, e in particolar modo sulle nostre menti, rendendo noi stessi rifulgenti e trasmettitori della stessa rifulgenza e convertendoci in luce: luce da luce, splendore da splendore, uno con la sorgente della luce.

Namasté.

giovedì 8 gennaio 2015

Mudra: il potere dei sacri sigilli

La pratica dei mudra è sempre anche meditazione. Potete ricavarne un rituale solenne e utile, per esempio accendendo una candela, un incenso che ricorderà la presenza del Divino.
Se pratichiamo i mudra in una condizione di silenzio totale e in un luogo bello, ordinato e pulito, l'ambiente circostante agirà a sostegno della nostra meditazione. Per ottenere effetti più efficaci possiamo avvalerci dell'azione della musica o dei suoni, mantra, danza, colori, cristalli, profumi e altre cose che trasmetteranno benessere. L'importante è non variare troppo spesso questi "ausili", dato che il nostro subconscio reagisce in maniera particolarmente positiva alla reiterazione. Se con un mudra volete ottenere un effetto positivo e curativo a livello fisico e spirituale, è necessario un trattamento regolare con "applicazioni" che presentino una continuità coerente.
Assumeremo una postura del corpo dritta e rilassata e con calma faremo aderire e le mani e dita l'una alle altre. La sensazione sarà di una forza di attrazione tra due magneti che le tiene unite palmo a palmo.
A seconda della situazione i mudra possono essere praticati in differenti posture:
Seduti: assumiamo la nostra abituale posizione di meditazione.
Distesi: nella posizione supina l'energia fluisce meglio attraverso il corpo se mettiamo un cuscino dietro il capo e sotto le ginocchia.
In piedi: posizioniamo i piedi a una distanza corrispondente alla larghezza delle anche piegando leggermente le ginocchia.
In primo luogo concentreremo la nostra attenzione sul massaggio delle mani. Poi eseguiamo il mudra e per qualche secondo orienteremo i nostri pensieri sulla superficie di appoggio delle dita e delle mani. Poi rivolgiamo la nostra attenzione al respiro, apriamo le porte all'immaginazione ripetendo il mantra al ritmo del respiro stesso.
Un respiro consapevole, lento, ritmico e delicato ottimizza l'azione dei mudra. Il respiro porta quiete e pace interiore. Inspirando profondamente, avvertiremo conè addome e petto si inarchino leggermente verso l'esterno. Tratteniamo il respiro fino a tre secondi e torniamo a respirare con lentezza tenendo appena la parete addominale. Poi aspetteremo che arrivi il nuovo impulso al respiro e inspiriamo di nuovo.
Durante le pause dopo l'ispirazione entra nel sangue una quantità maggiore di ossigeno, che riveste un ruolo essenziale per ogni singola cellula, per la funzionalità del cervello e anche per i diversi stati umorali. Durante la pausa dopo l'ispirazione vengono generate le energie sottili interiori.
La respirazione avviene sempre attraverso il naso. Eseguite questa pratica al ritmo che vi è proprio e mantenete il respiro profondo, uniforme, lento e delicato.
Se desiderate conseguire un cambiamento a livello mentale o spirituale sarà necessario praticare i mudra per 21 giorni successivi tre volte al giorno.
Non di rado è importante ponderare bene e con cura quello che ci assilla, scavare a fondo, ricercarne la causa primaria, ma non all'infinito avvitandosi in una spirale senza via d'uscita! Nel mio caso trovo di autoimpormi volontariamente un limite di tempo. Di solito impiego cinque minuti per chiarirmi una situazione e poi rifletto su come agire in vista del mio obiettivo, poi procedo.


Allontanate i pensieri negativi
e date spazio a quelli positivi!
Chi resiste, vince



mercoledì 7 gennaio 2015

Kosha: i cinque involucro dell'anima

L'essenza spirituale dell'uomo, Atman, secondo la filosofia Vedanta e testi sacri Upanishad è rivestita da cinque involucri (i Kosha), l'uno racchiuso dentro l'altro. Sebbene non siano tangibili a livello sensoriale possiamo trovare molte relazioni tra composizione fisica e Kosha, ad esempio il sistema nervoso e il corpo mentale. Durante la pratica yogica possiamo attivare la funzione di questi strati concentrici realizzando un processo di unione tra tra mente, corpo e spirito. È cosa nota infatti che quando la nostra condizione fisica è alterata, anche il respiro, i pensieri e le emozioni non sono armonici e così vale anche per il contrario; se siamo rabbiosi o impauriti anche il corpo, il respiro e la mente sono in condizioni di affanno. Il malessere di un elemento incide a catena sugli altri e impedisce di percepire la sensazione di unione con il cosmo.
Lo Yoga, non a caso, mira all'armonizzazione globale (beatitudine). A tal proposito il maestro Iyengar ci ha tramandato: "Quando tutti questi involucri si fondono in ognuno di tutti i nostri trilioni di cellule, quando cellula e io diventano un tutt'uno, quando il corpo si fonde con l'anima, allora la postura è contemplativa e si raggiunge il livello più alto di contemplazione nell'asana"
Quando l'asana è eseguita in modo corretto, quando la postura del corpo è "allineata", il respiro lento e  regolare e la mente in quieta osservazione, le dualità tra corpo e mente, mente e anima, svaniscono; questo viene definito "riposo nella postura, meditare durante l'azione".
La pratica corretta mantiene sane le cellule del corpo fisico , riceverà il corpo pratico e pone la mente in condizione di avvicinarsi all'anima.
"Quando i muscoli e le articolazioni raggiungono il riposo nella loro postura, il corpo, i sensi, e la mente perdono la loro identità e la coscienza brilla nella loro purezza".
Questo processo rende dunque possibile la connessione tra i cinque involucri del corpo: l'anatomico, il fisiologico, il mentale, l'intellettuale e lo spirituale.
Annamaya Kosha è il primo involucro, è lo strato fisico costituito da pelle , tessuto muscolare, ossa e organi. La sua esistenza dipende dal prana assunto sotto forma di cibo, acqua, aria respirata, è dunque fondamentale essere attenti a quello che mangiamo per nutrire il corpo fisico. Nelle Upanishad ritroviamo diversi passi in cui viene illustrato che l'essere umano è sostanzialmente composto dal cibo che la terra gli offre. Il corpo fisico può essere armonizzato anche attraverso la pratica yogica: dapprima cercando di lavorare allungando e contraendo i muscoli sul l'allineamento delle articolazioni, delle ossa e della colonna vertebrale, poi divenendo consapevoli della pelle e comprendendo l'attività degli organi e del sistema endocrino.
I successivi tre livelli che costituiscono l'essere hanno profondo effetto sul corpo fisico pur non essendo visibili.. Il secondo strato Pranamaya kosha è la dimensione vitale, il corpo pranico. Insieme, corpo fisico e corpo pranico costituiscono la struttura umana di base e così come il corpo fisico è sostenuto è mantenuto dal corpo pranico, il corpo pranico è sostenuto dalle tre dimensioni più sottili di manomaya, vigyanamaya e anandamaya kosha. A livello fisiologico, lo strato prana interessa i sistemi circolatorio e respiratorio.
Durante la pratica yogica è facilmente osservabile attraverso la percezione dell'aria inspirata che si diffonde in tutto il corpo attraverso l'ossigeno che circola nel sangue. Il corpo pranico può essere influenzato dalle tecniche di respirazione (pranayama) e dalla connessione tra asana e respiro: respirare lentamente, profondamente in modo ritmico durante la pratica yoga mettere le condizioni sviluppare raffinare energia "sottile" che ci alimenta. 
Monomaya kosha è il terzo strato, corrisponde al sistema nervoso ed è definito come corpo mentale in quanto si esprime sotto forma di pensieri e coscienza. La mente, per sua natura costantemente all'erta, può disturbare sia nel vivere quotidiano sia durante la pratica. Mantenere la coscienza vigile e placare il flusso mentale e le conseguenti emozioni permette di ritrovare la calma è la serenità necessarie a migliorare la qualità della vita. 
Il respiro o il mantenimento dell'immobilità durante l'esecuzione di un'asana possono diventare alleati affinché le onde mentali (vritti) si interrompano e si possa entrare in uno stato di pace. Più sottile è il Vijanamaya kosha, detto il corpo dell'intelligenza discriminativa o il corpo della saggezza, e fa riferimento agli aspetti riflessivi della coscienza. È uno strato cosciente, profondo e responsabile della crescita interiore, dell'etica e della morale di n individuo. È costituito da Buddhi, l'intelletto che analizza e determina la natura di un oggetto ed Ahamkara, l'essenza dell'ego, il principio di auto-affermazione. Quando questa dimensione è risvegliata si comincia a sperimentare la vita a livello intuitivo e a percepire la realtà fondamentale, oltre la semplice manifestazione. Nel contesto yogico oltre a mantenere l'asana e respirare con una certa modalità, si avvertirà un cambiamento, "come se lo spirito dell'asana cominciasse ad emergere". Il quinto e ultimo strato è Anandamaya kosha, il corpo della beatitudine, laddove si vive l'esperienza della divinità che giace nel profondo di ogni essere umano. Accedendo a questo corpo si giungerà facilmente ad una sensazione di unione cosmica sperimentando uno stato di "puro spirito" e di amore incondizionato. I testi sacri Upanishad descrivono il corpo della beatitudine con: "la gioia come testa, l'appagamento come braccio destro e la delizia come braccio sinistro, la beatitudine come cuore e Brahman (spirito universale) come fondamento".
Questa felicità a livello universale non è sempre "disponibile" ma lo scopo dello yogin è quello di perseguire con costanza e consapevolezza un percorso di crescita.
"È un processo di tutta una vita, sempre che il praticante possieda le vitamine dello Yoga e cioè la fede, la memoria, il coraggio, la capacità di assorbimento e un'attenzione sempre più vigile. Con queste cinque vitamine si potranno sottomettere i cinque involucri del corpo e ci si potrà fondere con l'Io Universale", ci ha suggerito Iyengar.

Hari om.



L’armonia è alla base
di tutto  e tutto
propende dall’armonia









martedì 6 gennaio 2015

L'eterna ricerca dell'uomo

Se conoscerete almeno una volta l'amore divino non vorrete perderlo mai più, perché nell'universo intero non esiste niente di simile.
L'amore dà senza pretendere niente in cambio. Io non penso mai agli altri chiedendomi che cosa possono fare per me. E non dimostro mai il mio amore a qualcuno solo perché ha fatto qualcosa per me. Non fingerei mai di amare se non provassi un vero sentimento di amore, e nel momento in cui provo tale sentimento lo manifesto.
Ho imparato dal  mio Maestro a comportarmi sinceramente. Alcune persone non nutrono nei miei confronti sentimenti amichevoli, ma io sono amico di tutti, inclusi i nemici, perché nel mio cuore non ho nemici.

L'amore non si può avere a comando; è un regalo di un cuore a un altro cuore.

Siate certi dei vostri sentimenti quando dite a qualcuno: "Ti amo". Se date il vostro amore, deve essere per sempre, non perché desiderate rimanere accanto a quella persona, ma perché volete la perfezione per la sua anima.
L'amore divino, l'amore della vera amicizia, consiste nel desiderare la perfezione per la persona che amate, e nel provare un sentimento di pura gioia quando pensate alla sua anima.

L'eterna ricerca dell'uomo - Paramahansa Yogananda


yogananda

La luce è la stella che ci vive dentro

Vi trovate in un giorno mite e assolato, ascoltate gli uccelli, il vento e il rumore dello scorrere di una sorgente d'acqua. Camminate verso di essa e sulla riva vedete un vecchio signore seduto in meditazione. La sua testa emana luce di vari colori. Cercate di non disturbarlo ma lui si accorge della vostra presenza e apre gli occhi; sono pieni di amore e vi rivolge un gran sorriso. Gli chiedete come fa ad irradiare quella meravigliosa luce e se può insegnarvi a farlo. Lui rispose che molti, molti anni fa fece la stessa domanda al suo maestro. "Il mio maestro si aprì il petto, tirò fuori il cuore e ne fece emanare una fiamma, prese il mio cuore e vi mise dentro quella fiamma. Quindi me lo restituì e non appena il cuore fu di nuovo nel mio petto, sentii un amore intenso, perché quella fiamma che il maestro mi aveva messo dentro era il suo amore.
Quella fiamma crebbe fino a diventare un grande fuoco, un fuoco che non brucia ma purifica tutto ciò che tocca. Toccò tutte le cellule del mio corpo queste ricambiarono il mio amore. Diventai una cosa sola con il mio corpo e l'amore crebbe ancora di più . Quel fuoco toccò tutte le emozioni della mia mente, trasformandole in un amore intenso. Così amai me stesso, completamente, incondizionatamente. Il fuoco continuava a bruciare e sentii il bisogno di condividere quell'amore. Decisi di metterne un pezzetto in ogni albero e gli alberi ricambiarono il mio amore e diventai una cosa sola con loro, ma l'amore non si fermò anzi crebbe ancora di più . Ne misi un pezzetto in ogni fiore, nell'erba, nella terra, ricevetti in cambio il loro amore è diventammo una cosa sola. Il mio amore crebbe ancora di più e diventai una cosa sola fino ad estendersi a tutti gli animali del mondo e diventammo una cosa sola. Misi poi un po' del mio amore in ogni cristallo , in ogni sasso, nella polvere, nei metalli, e tutto mi amò e diventai una cosa sola con la terra. Quindi decisi di mettere il mio amore nell'acqua, negli oceani, nei fiumi, nei laghi, nella pioggia e nella neve. L'acqua mi ricambiò e diventammo una cosa sola. Ma il mio amore cresceva ancora. Decisi di darlo all'aria, al vento. Sentivo una forte comunione con la terra, gli oceani, con il vento, la natura e il mio amore cresceva sempre di più . Guardai il cielo, il sole, le stelle e misi un pezzo d'amore in ciascuna stella, nella luna e nel sole e il mio amore continuò a crescere. Ne misi un pezzetto in ogni essere umano e diventai una cosa sola con tutta l'umanità . Dovunque vada, chiunque incontri, mi vedo riflesso nei loro occhi, perché sono parte di ogni cosa, perché amo."
Il vecchio signore, a questo punto, si apre il petto, tira fuori il suo cuore che contiene una bellissima fiammella e mette una fiammella nel vostro cuore. Ora il suo amore cresce dentro di voi.
Ora anche voi siete una cosa sola con il vento, l'acqua e le stelle, con la natura, con gli animali e con gli esseri umani. Sentite il calore e la luce che emanano dalla fiammella che avete nel cuore. Dalla vostra testa emana una luce che irradia molti colori. Splendenti d'amore, ringraziate la natura divina. Grazie, Creatore dell'Universo, per tutta la vita che mi avete donato. Grazie per avermi dato tutto ciò di cui avevo bisogno.
Grazie per l'opportunità di sperimentare questo bellissimo corpo e questa mente meravigliosa. Grazie per vivere dentro di me con tutto il tuo amore, con tutto il tuo spirito puro e illimitato, con la tua luce calda e radiosa. Grazie per usare le mie parole, i miei occhi e il mio cuore per portare tutto il tuo amore ovunque io vada. Ti amo così come sei e poiché sono una tua creatura, amo me stesso così come sono. Aiutami a mantenere nel cuore l'amore e la pace e a rendere l'amore un nuovo modo di vivere.
Che io possa amare per il resto della mia vita."

Questo è un sogno della tradizione Tolteca, che nacque in Messico migliaia di anni fa.
Non si tratta di una religione ma di una tradizione esoterica che onora i maestri spirituali, tocca lo spirito ed è una via di vita che si distingue per l'accessibilità alla felicità e all'amore, è come lo Yoga ricerca l'unione con tutto. A tutti coloro che sono dunque alla ricerca della verità, così indispensabile per vivere nell'energia dell'amore, i maestri di ogni tempo raccontano che attraverso la luce si può raggiungere la "pienezza".
La simbologia dell'India ci parla di Dyaus, la volta celeste, il firmamento supremo, il luogo dove brillano gli dei, il sole e le stelle, tutti gli elementi di luce che possiamo chiamare in soccorso qualora le tenebre si impossessino di noi. Attraverso le asana dello Yoga Ratna che rappresentano il chiarore e attraverso la concentrazione su di esse possiamo entrare in un processo circolare per cui noi prendiamo piena coscienza del simbolo e il simbolo plasmerà a sua volta la nostra mente.
Quando assumeremo una postura metafora di luce, la mente e il corpo diverranno la luce stessa con le medesime caratteristiche. Annulleremo ogni scissione tra oggetto e soggetto tra colui cioè che assume la forma e la contempla e la raffigurazione stessa, tra noi e il simbolo, riusciremo dunque "a far brillare la stella che ci vive dentro".
La sequenza che propongo è una sequenza di asana simbolo regate alla luce. Il corpo è coinvolto in ogni parte; si lavora sull'elasticità delle giunture per giungere all'elasticità mentale, sul l'equilibrio fisico per fare l'esperienza di una stabilità psichica, si ricerca, per il mantenimento di alcune posture, la forza e per altre la passività per percepire quanto questi due elementi siano necessari nell'affrontare la vita. Il tutto con l'obiettivo di "far luce", dentro di noi, per noi stessi e fuori dal nostro universo per l'universo che ci circonda. Prima della sequenza eseguiremo 2,4 o 6 surya namaskar (saluti al sole) per preparale il corpo. Le asana andrebbero mantenute per aumento 10 respiri aumentando sempre di più.
Quando lascerete le forme, dovreste mantenervi per qualche momento in shavasana in contemplazione del simbolo; l'asana, infatti, continua ad agire nel corpo e più sottilmente nella mente, anche quando l'avrete lasciata, ancora ore qualche istante.

1- BHAGAVAT:  piedi, inspirando sollevate le braccia di lato ed espirando flettete il busto in avanti mentre la gamba sinistra sale indietro distesa. Il corpo è parallelo al suolo. Ripetere su entrambi i lati mantenendo gli stessi tempi
2- CITRAPAKSA: il piedi a gambe divaricate, inspirando allungate il busto verso l'altro , espirando scendete lentamente con il busto verso terra. Prima appoggerete al suolo nel centro, tra i piedi, le mani, poi gli avambracci e se vi è possibile anche il capo. Lentamente le mani si giungono dietro la schiena tra le scapole
3- ARUNA: in piedi con le gambe leggermente divaricate, inspirando allungate il busto verso l'alto e portate le braccia tese in avanti, espirando piegate leggermente le ginocchia e i gomiti. Le mani si chiudono come se si stessero tenendo le briglie 
4- VAJRA: in ginocchio con le gambe e piedi uniti, inspirando sollevate le braccia in avanti sulla linea delle spalle. Espirando spostate il peso del corpo dalle ginocchia ai piatti tibiali portando le spalle e il busto indietro. Mantenete una linea dritta spalle-ginocchia e mantenete i glutei contratti
5- PARIGHA: in ginocchio distendete la gamba sinistra lateralmente, portando la pianta del piede aderente alla terra. Portate la mano sinistra sulla gamba e il braccio destro verso l'alto. Inspirate ed espirando flettete il busto verso sinistra portando il braccio disteso sulla linea della testa.
6- MARICI: seduti con le gambe distese, flettete il ginocchio sinistro  portando il piede al suolo vicino al bacino. Inspirando allungate il busto e ruotate verso destra mentre la spalla e il braccio sinistro passano davanti al ginocchio sinistro e lo avvolgono. Durante l'espiro vi assestate e portate la mano destra al suolo dietro la schiena o se è possibile le due mani si afferrano
7- KAMA: seduti, sollevate le gambe con le ginocchia aperte afferrate gli alluci. Durante l'inspirazione, distendete in avanti la gamba sinistra e flettete il gomito destro, portando il piede destro verso il viso
8- SAVASI: seduti a terra con le gambe distese portate il busto indietro sostenendo con gli avambracci. Piegate il ginocchio sinistro e portate il piede sinistro sul ginocchio destro. Inspirando sollevate le gambe verso l'alto
9- SUNTRA seduti sui talloni portate le mani a terra e sollevate il bacino divaricando ginocchia e piedi. Espirando portate il bacino a terra. Portate le mani a sostegno del viso e inspirate allungando il busto verso l'alto , espirando scendete con il busto in avanti sino a portare i gomiti a terra, davanti alle ginocchia
10- VASISTHA: seduti a gambe distese piegate il ginocchio sinistro e portate il piede oltre il ginocchio sinistro a terra. Appoggiate le mani al suolo dietro la schiena mantenendo le braccia distese. Inspirando, allungate il busto verso l'alto  espirando portate il ginocchio sinistro a terra. La mano sinistra gira attorno alla vita e afferra il braccio destro. Ripetete sull'altro lato mantenendo gli stessi tempi
11- KASIAPA-ASANA: distesi sul fianco destro, mani appoggiate al suolo davanti al busto aperte come la misura delle spalle. Inspirando profondamente, sollevate il bacino scaricando il peso del corpo sul braccio destro  e bilanciandolo con il sinistro. Espirando, assestarsi con il respiro successivo alzate il braccio sinistro. Ripetete sull'altro lato mantenendo gli stessi tempi
12- URVASI: distesi con le mani giunte al petto, le ginocchia piegate e i piedi a terra. Inspirando, stendete la gamba sinistra verso l'alto, espirando portate il ginocchio destro a terra. Ripetete sull'altro lato mantenendo gli stessi tempi.

TRATAKA: esercizio di purificazione e concentrazione. Seduti in una posizione comoda con la schiena ben dritta , portate davanti a voi una candela accesa. Respirando tranquillamente, incominciate a fissare la fiamma, cercando di non chiudere gli occhi, neanche per ammiccare. Rimanete immobili e fissate la fiammella fino a che la sua immagine si sdoppierà e i vostri occhi cominceranno a lacrimare.

Hari Om